Il paesaggio delle cave

Descrizione

Tornando hora al primo nostro ragionamento sopra le cave di tale variate sorti di pietre e prima del Tevertino, il quale comunemente è bianchissimo, ancora che talvolta se ne ritrovi del gialliccio, bigiccio e azzurriccio, e di altri colori e di tal pietra se ne sono fatte maggior fabbriche, che di qual si voglia sorte petrina, come per lo amphiteatro e per lo erario di Roma si dimostra. Cavasi il più bianco e bello di ogni altro a Tivoli in sul Teverone e si tiene per opinione commune che sia creato di terra e di acqua congelata. Trovasene ancora in più e diversi luoghi del dominio Senese come a Rapolano, a Maciareto, a Asciano, a Montalceto, a Sanprugnano, e a Sancasciano dei Bagni e in altri luoghi di tali territori, tutti bianchissimi e di buona pasta, ma i migliori si cavano a Rapolano vicino dodici miglia alla città e a Sanprugnano quaranta miglia discosto da Siena.
Giorgio Vasari, Introduzione alle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1550.
Oltre a ciò dalla Strada lauretana in vicinanza della Villa di Poggio Pinci e prima di giungere all’Osteria della Violante andando a seconda delle radici dei monti verso le Serre di Rapolano, si cammina sopra un lastricato di Travertino e di spugnone, per il corso di quasi due miglia, estraendosi in vari luoghi di questo tratto i Travertini che sono d’uso per le fabbriche di Siena.
Giuseppe Baldassarri, Osservazioni ed esperienze intorno al bagno di Montalceto, 1779
Acque dolci, calcifere a margine di sorgenti e in fondo a bacini termali, sono all’origine dei travertini quaternari depositatisi sui terreni pliocenici delle argille marnose azzurre. L’evaporazione dell’acqua in seguito alla trasformazione da parte dell’anidride carbonica del calcare in calcite ha originato gli strati orizzontali di carbonato di calcio spessi a volte anche qualche decina di metri, che estendono, a parte qualche breve interruzione, da Asciano alle attuali sorgenti termali di Rapolano. Ristagni d’acqua hanno formato una pietra compatta, mentre le percolazioni hanno formato una pietra spugnosa e concrezionata, spesso posta nelle parti più in alto, come è ben visibile nelle tagliate di cava nell’area delle Serre dove è possibile notare anche le venature caratteristiche del travertino, conferite alla pietra dai minerali presenti nella terra di Siena con le loro molteplici variazioni di tono, dal bianco al marrone scuro.
Le superfici gradonate, la successione di pareti lisce e volumi squadrati della cava di Sant’Andrea tagliano la continuità di un paesaggio dove il bosco, spesso in corrispondenza delle aree umide associate al reticolo idrografico minore, si insinua diffusamente, in modo capillare, nel tessuto dei coltivi che spesso appaiono come isole coltivate. È un paesaggio mezzadrile caratterizzato da una maglia frammentata nel quale le colture formano mosaici complessi. Oliveti, vigneti e seminativi si intersecano reciprocamente intervallati dal bosco denso, raggruppato in macchie, o esteso in filamenti. Piccoli appezzamenti boschivi, prevalentemente governati a ceduo, sono parte integrante dei poderi che, nelle parti acclivi, alternano sistemazioni a rittochino, cavalcapoggio, girapoggio, spina, colmata di monte, ciglionamento, terrazzamento, combinati con i differenti manufatti di contenimento del suolo, muri di cinta e sostegno, a scandire il cambiamento delle realizzazioni nel tempo. I borghi rurali, prevalentemente collinari e sviluppatisi attorno a castelli, pievi o grance antichi depositi di grano fortificati, erano parte integrante di un assetto poderale formato da una rada maglia di ville-fattoria e case sparse connesse da una viabilità minuta lungo la quale è ancora possibile cogliere i segni di una diffusa sacralizzazione dello spazio. Oratori, cappelle, piccole chiese rurali, edicole tabernacoli o croci si alternano lungo le strade poderali a filari di cipressi sui crinali, di gelsi, pioppi, aceri campestri, salici lungo le prode dei campi e i fossi.