Il paesaggio della bonifica

Descrizione

Chiana spaziosa ed ubertosa, nuova conquista, dai campi grandi e dal molto grano, e dalle nuove case e dai forti agricoltori, e dalli ombrosi stradoni e dalla molta e preziosa seta tutta cura delle donne. […] Il bel paese accolse [la granduchessa] festoso [e lei] vide i colti, le semente ubertose, le piantazioni di olivi e gelsi, l’eleganza dell’agricoltura aggiunta alla fertilità del nuovo suolo, il regio possesso che [l’amministratore Pietro] Municchi chiamava il possesso numero uno d’Italia. Vide i lavori, i disegni del consorte per assicurarlo; vide le terre, le castella, le città che guardan la valle, così bella ora, frutto di cure perseveranti per molte generazioni. […] Il 5 luglio [1849] venne la notizia dell’ubertosa messe che si preparava in Chiana, e l’8 luglio io vi andai […]. Il terreno era intieramente coperto delle spighe recise. E passai da Bettolle, e nei campi delle Chianacce ammirai la quantità e la perfetta maturità della raccolta […] e le spighe di straordinaria grossezza.
Leopoldo II di Lorena, Memorie, 1830-1849
L’antica presenza di un complesso di specchi d’acqua e paludi, è testimoniata dai sedimenti alluvionali che formano i suoli della Valdichiana anche se è stata l’opera dell’uomo a innescare ripetute successioni di impaludamento e bonifica con alterne fasi di espansione e contrazione fino al XVII secolo. Considerata il granaio d’Etruria, questa regione fertile e densamente popolata era attraversata da un’importante rete idrografica che fungeva da via di comunicazione grazie alle opere di trattenuta delle acque e ai porti fluviali realizzati in epoca romana. Nei secoli successivi anche per frapporre una barriera d’acqua alle potenti città di Siena e di Perugia, il corso del fiume Clanis venne sempre meno controllato fino a formare, dopo la rottura degli argini, un’ampia estensione palustre che sommergeva la valle alternando malsani acquitrini a bacini di acqua dolce denominati chiari per distinguerli dalle melme circostanti. Le popolazioni migrarono verso i rilievi collinari dove, secondo i caratteri dei suoli da quelli più argillosi a quelli più permeabili, vennero realizzati paesaggi ricchi e differenziati ancorati a borghi-castellari e che si rintracciano ancora nella complessità di una maglia agraria fitta dove l’olivo trova condizioni climatiche ideali. Il paesaggio della pianura si sviluppa attorno alle opere di bonifica con il programma del granduca Pietro Leopoldo, che non si limitava al solo aspetto idraulico ma riguardava anche gli aspetti infrastrutturali indispensabili a garantire condizioni favorevoli alla vita e al lavoro degli abitanti. Già nella seconda metà del ‘700 la Valdichiana, infatti, era stata quasi interamente prosciugata con la costruzione di numerose colmate, ponti canali, gallerie, chiaviche e chiuse e di un canale artificiale, il Canale Maestro, ma in assenza di una politica complessiva a favore delle campagne. Alla notevole fertilità dei terreni risanati, si aggiunsero nuovi e più razionali criteri di coltivazione, che hanno introdotto nel paesaggio una matrice agricola intensiva con una prevalente monocoltura cerealicola, segnata da un reticolo idrografico con giunzioni ad angolo retto che scorre in incisioni nette e riporta in superficie i sedimenti lacustri.

È il paesaggio della mezzadria poderale dove l’intero sistema insediativo è organizzato sulle fattorie granducali, quali la Fratta, e sulle case coloniche leopoldine collocate in aree di pianura o di pedecollina.
Pur con la riduzione delle colture promiscue e l’allargamento del disegno dei campi seguito alla rimozione dei filari di viti maritate agli alberi tutori (olmi o aceri campestri) posti alle prode degli appezzamenti e pur con la rimozione dei filari di gelsi collocati un tempo lungo strade e canali, la scansione regolare dell’appoderamento in campi rettangolari posizionati a scacchiera delimitati da una fitta rete di canali e scoli campestri e ritmata da case coloniche e fattorie è ancora a tutt’ oggi ben leggibile. La presenza di alcune praterie naturali e artificiali nella bassa pianura umida evidenzia come al denso reticolo idrografico artificiale si integra un reticolo idrografico minore formato da piccole aree umide legate ai laghetti di caccia ed ai corpi d’acqua per gli usi agrari, anche se la predominanza dei seminativi, per lo più irrigui, è quasi assoluta ed interrotta soltanto da piccole aree boscate collocate in corrispondenza di zone umide e dai pioppeti situati lungo i canali.