A Montepulciano
Descrizione
Il borgo sorge come corte dell’antico castello di Abbadia Argnano, conosciuto anche come Badia de’ Caggiolari o Badia in Crepaldo, così denominata per la presenza dell’abbazia di San Pietro della diocesi di Chiusi, come è menzionato in un documento del 6 maggio 1551 redatto a Roma da Giovanni da Recanati di Arezzo. Abbadia sorge lungo l’antica via Lauretana e infatti resiste ancora nella memoria popolare di alcuni abitanti il toponimo strada vecchia (oggi via Morandi) che sta ad indicare un breve tratto di via che si distaccava dalla Lauretana all’altezza dell’abitato di Santa Maria. Il toponimo non lascia dubbi sull’antichità di questa diramazione della Lauretana che proseguiva per il Palazzo (il toponimo potrebbe indicare la presenza nel Medioevo di una fattoria fortificata), le Tombe e Sambuono (due aree sepolcrali di età etrusca e romana), dove si congiungeva con l’importante strada che collegava Montepulciano al Castello di Ciliano e Torrita di Siena.
Ad Abbadia, sotto il periodo del regno napoleonico, la reale corona decise di costruire tra il 1806 e il 1814 una delle tredici Imperiali e Real Fattorie di Valdichiana (che di lì a poco, dopo la caduta di Napoleone, torneranno a chiamarsi Granducali) e qui furono edificati alcuni tra i più belli poderi leopoldini di Toscana. Nell’ottobre del 1861, a pochi mesi dall’avvenuta Unità d’Italia, lungo la strada ferrata Centrale Senese che lambiva il paese, nel mezzo dei possedimenti della vasta fattoria, sorse non a caso anche una stazione ferroviaria di seconda classe chiamata Salarco come il torrente che le scorreva vicino. (testo tratto da Alessandro Angiolini).
Abbadia di Montepulciano è presente la Parrocchiale di San Pietro del XVI secolo, e la chiesetta di San Pietro Vecchio
Descrizione
La costruzione del callone fu decisa nell’incontro avvenuto nel 1718 a Città della Pieve fra i plenipotenziari del Pontefice Clemente XI e di Cosimo III, granduca di Toscana, per la stipula di una Concordia. In quella sede il senatore Giuseppe Ginori, per conto del granducato, ordinò la costruzione dell’opera realizzata dall’ing. Giovanni Franchi che fu ultimata nel 1723. Fu realizzata per regolare sia il livello delle acque dei laghi di Montepulciano e di Chiusi, sia lo scarico delle medesime nel Canale Maestro anche ai fini di assicurarne la navigabilità. Questo rappresentò a lungo la principale via di trasporto dei prodotti agricoli verso i mercati di Arezzo e soprattutto di Firenze.
L’opera era composta dal manufatto di regolazione e da due argini laterali che si attestavano rispettivamente all’argine del Salarco e alle vicine colline, ricadenti nello Stato Pontificio. Il manufatto di regolazione era composto da due fabbricati, uno di modeste dimensioni articolato su un livello l’altro articolato su tre piani. Nel piano terra furono realizzate tre aperture: il Callone, la Caletta di Mezzo e la Caletta Esterna, provviste di paratoie per il transito delle barche. Il Callone cessò la funzione di regolatore nel 1944 quando fu distrutto a causa della guerra, i resti sono stati recentemente restaurati.
Lungo l’argine del Canale Maestro della Chiana ci passa anche la ciclo-pedonale del Sentiero della Bonifica che arriva fino ad Arezzo e alla ciclo-pedonale dell’Arno.
Latitudine 43.191541 – Longitudine 11.767169